04 – Faglie invisibili, terremoti rari e paesaggio: i segreti della Pianura Padana
gio 8 novembre alle 17.30 – Sala degli Addottoramenti
L’attività tettonica, della quale una delle espressioni è l’occorrenza dei terremoti, è associata tradizionalmente alla presenza di morfologie articolate più tipicamente in contesti collinari o di montagna. Lo studio di queste morfologie è utilizzato dai geologi nelle zone montuose, come ad esempio gli Appennini, per identificare la presenza di faglie attive e per calcolarne il potenziale di produzione dei terremoti. Le aree di pianura, al contrario, da un lato sono considerate esenti dai fenomeni sismici proprio perché la piattezza del paesaggio escluderebbe la presenza di faglie attive in grado di generare terremoti, dall’altro sono ritenute immuni dagli effetti calamitosi dello scuotimento, indotto dalle onde sismiche, per la presenza di spesse coltri di sedimenti recenti che formerebbero una sorta di “materasso” isolante. Nel corso di questo incontro cercheremo di sfatare alcuni di questi falsi miti e scopriremo cosa si nasconde in realtà al di sotto della Pianura Padana. Vedremo come essa ospiti nelle sue profondità la prosecuzione delle Alpi e degli Appennini, e come le faglie attive presenti nel suo sottosuolo non solo siano in grado di generare una sismicità rilevante, ma possano modificare, sia pur in maniera impercettibile e graduale, il paesaggio e l’andamento dei corsi d’acqua. Parleremo infine di uno dei più grandi terremoti contenuto nei cataloghi storici che nel 1117 ha colpito la porzione di pianura compresa tra Verona e Mantova.